Non
è noto come e quando questa razza sia stata introdotta nell'Arcipelago
Britannico:
alcuni sostengono che il Corgi Pembroke, sia stato importato dai Vichinghi.
Secondo altri, invece, l'origine del Corgi è autoctona. Sta di fatto che nelle
fattorie gallesi il Corgi svolgeva il compito di un comune cane da pastore. Nonostante
le sue doti e le sue capacità non comuni, sarebbe rimasto un semplice cane da
fattoria se nel 1933, l'allora duca di York, futuro Re Giorgio VI, non avesse acquistato un
cucciolo di questa razza per regalarlo alla figlia Elisabetta poi incoronata Elisabetta II.
Il
cane venne ribattezzato Dookie e conquistò immediatamente il cuore della
famiglia reale. A questo primo soggetto se ne aggiunsero presto molti altri
dando vita all'allevamento della famiglia reale conosciuto con l'affisso
Windsor. Da allora i Corgi sono divenuti per definizione "i cani della regina": nessun
leader al mondo è mai stato così fortemente identificato con uno specifico
animale come Elisabetta II con i suoi
corgi.
Simboli di affabilità, vengono furbamente schierati a scopo promozionale, conferendo calore all’immagine pubblica della sovrana. I corgi sono oramai più di un semplice simbolo. In una vita governata dal protocollo, offrono alla regina un facile espediente per rompere il ghiaccio con gli estranei. E in quella che può essere una posizione molto solitaria, Elisabetta riceve da loro quantità illimitate d’amore e affetto fisico, non viziate dalla consapevolezza che lei è la sovrana. Ogni volta che può, la regina dà da mangiare ai corgi personalmente e li accompagna nelle passeggiate quotidiane, che servono anche come sorta di terapia: «I miei corgi fanno parte della famiglia». E la famiglia, come lei sa meglio di chiunque altro, richiede serio lavoro a prescindere da un pedigree impeccabile!
Simboli di affabilità, vengono furbamente schierati a scopo promozionale, conferendo calore all’immagine pubblica della sovrana. I corgi sono oramai più di un semplice simbolo. In una vita governata dal protocollo, offrono alla regina un facile espediente per rompere il ghiaccio con gli estranei. E in quella che può essere una posizione molto solitaria, Elisabetta riceve da loro quantità illimitate d’amore e affetto fisico, non viziate dalla consapevolezza che lei è la sovrana. Ogni volta che può, la regina dà da mangiare ai corgi personalmente e li accompagna nelle passeggiate quotidiane, che servono anche come sorta di terapia: «I miei corgi fanno parte della famiglia». E la famiglia, come lei sa meglio di chiunque altro, richiede serio lavoro a prescindere da un pedigree impeccabile!
Ma non ci saranno nuovi Corgi a corte almeno fino a quando sarà
Elisabetta a regnare. Il motivo? Ahimé anche se Elisabetta sembra inossidabile la ragione è l'avanzare dell’età: da sempre i piccoli
cagnolini hanno scorrazzato nelle residenze regali, incuranti degli ospiti
illustri provenienti da ogni parte del mondo. Ora però la Regina ha chiesto che
non ne vengano introdotti di nuovi: un cucciolo sarebbe troppo vivace e un
grosso pericolo per una “signora” anziana come lei che rischierebbe di inciamparsi
facendosi male. Decisione importante per chi da sempre ama questi
animali. Per anni i Corgi sono vissuti in palazzi e castelli (beati loro), hanno viaggiato
in limousine con autista, hanno volato su aerei ed elicotteri privati. La
Regina li ha sempre coccolati, aggiungiamo forse più di quanto abbia fatto coi suoi figli, prevedendo addirittura un menù quotidianamente appeso
nella cucina di Sua Maestà! E allora, sperando che la Gran Bretagna resti
in Europa, perché non adottare un Corgi per sentirci più vicini a questa donna
straordinaria?
#godsavethequeenandcorgis
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